I denti del giudizio, per quasi gran parte delle persone, rappresentano un vero problema non appena essi fanno capolino all’interno della bocca. In molti casi sarà necessario subire un intervento di estrazione del dente e solo raramente tale evenienza viene esclusa dal dentista.
Posto ciò, i denti del giudizio compaiono generalmente a partire dal diciottesimo anno di età, nascendo anche in diversi periodi l’un l’altro.
La loro comparsa dovrebbe concludersi nel giro di qualche anno (solitamente entro i venticinque anni), ma ciò non esclude che nel corso del tempo essi erompano anche con ritardo, vedendo nascere un dente del giudizio anche alla soglia dei trent’anni.
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Cosa sono i denti del giudizio?
Quando si parla di denti del giudizio si riferisce esclusivamente ai quattro molari che nascono nella parte più interna dell’arco dentale, sia inferiore che superiore. Sono conosciuti anche come terzo molare (superiore o inferiore) oppure con il termine ”ottavi”. Il perché è subito detto, in quanto i denti del giudizio, nel loro complesso, concorrono a formare quello che siamo soliti dire come ”sorriso a trentadue denti” il che nella suddivisione matematica, formano la parte superiore e la parte inferiore del lato destro e del lato sinistro dell’arco dentale. In ciascuna di queste sezioni è possibile contare otto denti, compresi quelli del giudizio, da cui la dicitura di ”ottavi” chiarifica il perché questi molari vengono identificati con un numero ordinale.
Il termine ”dente del giudizio” ha una connotazione etimologica molto particolare: si presume, infatti, che la tardiva eruzione dei quattro molari in connessione con il raggiungimento del diciottesimo anno di età, sia da attribuirsi a quel grado di saggezza che si è soliti acquisire in questa fascia di età. Come a dire che tali molari nascono proprio nel periodo in cui una persona è più saggia, più matura, insomma, in altri termini, dimostra di avere più giudizio.
Andando oltre queste curiosità, i denti del giudizio possono fuoriuscire del tutto, oppure rimanere incastrati all’interno della gengiva. In questa ipotesi si parla di inclusione, che può essere totale o parziale, a seconda se la corona del molare risulti leggermente visibile anche ad occhio nudo. In ogni caso, l’inclusione totale o parziale può rappresentare un problema, come potrebbero esserlo alcuni sintomi, indice di un’infezione in corso.
Cosa succede quando un dente del giudizio erompe parzialmente?
Il caso di inclusione parziale è molto frequente, anzi è più raro trovare una persona che abbia almeno un molare del giudizio con la corona completamente visibile. Nel caso di un’inclusione parziale, parte del dente è visibile nella parte più interna dell’arco dentale, mentre la restante parte rimane inclusa all’interno della gengiva. In tutti i casi, il molare può fuoriuscire verticalmente, può trovarsi in una posizione inclinata (nel gergo medico si parla di terzo molare mesioverso o distoverso) oppure orizzontale ed in tutti e tre i casi il dente potrebbe erompere completamente o rimanere parzialmente nascosto dalla gengiva.
A seconda di come si sviluppa il dente del giudizio, è possibile riscontrare una serie di problemi, fra cui:
- problemi di spazio. Fra i due molari (l’ottavo ed il settimo) l’intercapedine che si crea è difficile da mantenere pulita con le tradizionali pratiche di igiene orale. In altri termini il filo interdentale, lo scovolino e lo spazzolino risultano difficili da utilizzare proprio perché la posizione del molare rende impossibile qualsiasi manovra di pulizia;
- problemi di pressione o di sovrapposizione con gli altri denti. L’inclinazione del molare può essere tale da minare la posizione degli altri molari, e quindi dell’intera arcata dentale, a maggior ragione durante la fase dello sviluppo del dente.
In entrambe le ipotesi è buona norma rivolgersi ad un dentista sia per un controllo, sia per stabilire il da farsi. Il medico opererà solo se sarà necessario, quindi se il dente del giudizio può causare problemi agli altri denti, se provoca dolore e, soprattutto, qualora sia l’origine di un’infiammazione. Di fatto, il molare incluso può essere la condicio sine qua non della pericoronite, ovverosia di un’infezione batterica che ha come sintomi l’arrossamento ed il rigonfiamento della gengiva che circonda il molare.
Cosa succede se un dente del giudizio rimane totalmente incluso?
Come spiegato precedentemente, il dente del giudizio può svilupparsi verticalmente, orizzontalmente oppure obliquamente (mesioverso e distoverso). Questa posizione può risultare invisibile ad occhio nudo poiché il molare si troverà completamente nascosto all’interno della gengiva. Per scoprire la posizione del dente, ed eventuali infezioni, il dentista procederà con una radiografia odontoiatrica: la classica panoramica. Adoperando strumentazioni all’avanguardia e per nulla invasive, è possibile avere un quadro chiaro della situazione per stabilire come procedere all’estrazione del dente.
In effetti, il dente del giudizio totalmente incluso può creare gli stessi problemi di un molare parzialmente incluso, quindi provocare pressione agli altri denti con il rischio che gli stessi si sovrappongano nel corso degli anni. È possibile che il paziente sviluppi anche un’infezione, e nella maggior parte dei casi sarà necessario procedere con un intervento odontoiatrico.
Gli interventi di estrazione dei denti del giudizio non sono molto complessi, a meno che non lo richieda la particolare situazione in cui riversi il paziente. Molte volte vengono eseguiti in ambulatorio direttamente dal dentista, oppure in clinica se lo gradisce il paziente. L’operazione viene fatta in anestesia locale e richiede poco tempo, con una degenza che si esaurisce in pochissime ore.
Tempi di estrazione e degenza possono variare a seconda della situazione: sicuramente un dente totalmente incluso richiederà maggiore attenzione ed una delicatezza ulteriore rispetto al dente parzialmente incluso o, addirittura, completamente sviluppato. A seguito dell’operazione il dentista potrà prescrivere degli analgesici da assumere nell’arco di qualche giorno, assieme ad un collutorio a base di clorexidina la cui funzione sarà quella di prevenire ulteriori infezioni.
Può capitare che sia necessario applicare dei punti di sutura, che potrebbero essere addirittura riassorbibili, ovverosia non sarà necessario tornare dal dentista per togliere le cuciture. La visita dal dentista sarà invece necessaria a fini cautelativi, per il controllo post operatorio a seguito dell’estrazione. Il medico verificherà la pulizia della ferita e l’assenza delle infezioni, raccomandando eventualmente il paziente di cessare con le terapie a base di clorexidina per evitare effetti collaterali.
Quando il dolore ai denti del giudizio non è indice di un’infezione?
È possibile accorgersi della nascita del dente del giudizio perché si avvertono dolori più o meno intensi proprio nella parte interna dell’arco dentale. I sintomi più frequenti sono:
- dolore alle gengive. Si avverte come un rigonfiamento, talvolta fastidioso anche durante la masticazione. Il tessuto gengivale che riveste il dente del giudizio può risultare particolarmente sensibile in presenza di residui di cibo;
- mal di testa. Il dolore corrisponde proprio alla zona ove il dente del giudizio sta per erompere. Si può avvertire, in concomitanza, anche un lieve dolore all’orecchio e sembrerà di avere una testa divisa in due parti. L’una dolorante, l’altra priva di sintomi;
- alitosi. Generalmente l’alitosi viene associata alla presenza di un infezione o qualora non si è effettuata una pulizia completa del cavo orale. L’eruzione di un dente del giudizio può comportare delle infiammazioni, e quindi la sensazione di avere un alito cattivo;
- gengiva gonfia e sanguinamento gengivale. Il dente che sta per spuntare è come se strappasse il tessuto gengivale, non senza conseguenze come il sanguinamento. Nulla di preoccupante se il sintomo si esaurisce in poco tempo, mentre il suo protrarsi dovrebbe essere un campanello di allarme;
- febbre. Molti soggetti possono riscontrare una febbre lieve durante il corso della giornata, anche in concomitanza con altri sintomi.
La presenza di uno o più dei sintomi appena elencati può essere attribuita all’eruzione di un dente del giudizio, ma non è da escludersi che gli stessi siano associabili alla presenza di una patologia. Per questo motivo è buona norma consultare il dentista che, qualora accerti la nascita del molare, potrà procedere incidendo la gengiva e facilitando lo sviluppo del dente.
In altri termini, l’avere mal di testa, gengive gonfie e alitosi potrebbe essere associata alla nascita di uno o più molari, ma la visita dallo specialista può escludere l’evenienza di procedere ad un intervento di estrazione del dente del giudizio.
Infezioni ai denti del giudizio: come si manifestano?
Quando un dente del giudizio rimane parzialmente o totalmente incluso, e cresce in maniera anomala rispetto agli altri denti (quindi orizzontalmente oppure obliquamente), è possibile che si manifestino cisti, ascessi, pericoroniti e carie. Difficile stabilire a priori come e quando tali disturbi si possano presentare, per tale ragione si consiglia sempre di tenere sotto controllo l’eruzione del molare.
Sicuramente l’infezione non è scevra di sintomi, ragion per cui è facile capire il momento in cui un dente del giudizio può causare problemi, non solo alla masticazione quanto piuttosto a tutta l’arcata dentale. Posto quindi che l’ottavo molare è quello che con più facilità agevola il manifestarsi di una infezione, vediamo insieme quali sono i principali sintomi:
- infiammazione gengivale. Nella parte più interna dell’arcata dentale si potrà notare un colore rosso più intenso rispetto al colore roseo della gengiva. L’infiammazione può essere susseguita anche dal dolore, che sarà avvertito in maniera più o meno forte, a seconda del paziente;
- gengiva indolenzita all’angolo della bocca. Il dolore può essere avvertito nell’arco della giornata, oppure anche durante la masticazione che diventa difficoltosa proprio a causa del gonfiore e/o dell’infiammazione;
- gengiva gonfia all’altezza dell’ottavo molare. Il gonfiore può essere avvertito anche anche chiudendo la mandibola, e si potrà percepire una sorta di intumescenza tra l’arcata dentale superiore e l’arcata dentale inferiore;
- febbre. Nella gran parte dei casi la febbre è strettamente correlata ad un’infezione in corso ben più seria, associando come altri sintomi il gonfiore dei linfonodi presenti sul collo;
- dolore all’altezza dell’orecchio e mal di testa. Il sintomo, tipico nel periodo di eruzione dei denti del giudizio, può essere avvertito anche durante un’infezione. Si potrebbe percepire un fastidio all’orecchio nella parte in cui su sta sviluppando l’infezione batterica (destra o sinistra), assieme ad una cefalea avvertita in una zona parziale della testa;
- difficoltà all’apertura della mandibola. Il dolore può manifestarsi non solo durante la masticazione (che richiede l’utilizzo e lo sforzo della mandibola), ma anche solo all’apertura della bocca, che potrebbe essere faticosa;
- alito cattivo. L’infezione può essere dovuta alla presenza di batteri che, agendo sul dente e sulla gengiva, agevolano l’alitosi. Anche la presenza di pus può favorire l’alito cattivo;
- presenza di pus. Il materiale purulento è tipico in molte forme di infezione dentale, soprattutto quelle legate ai denti del giudizio. La formazione di pus può favorire anche l’insorgere di un ascesso, facilmente visibile anche ad occhio nudo.
Che cos’è la pericoronite?
La pericoronite è un’infezione tipica dei denti del giudizio, facile da contraddistinguere poiché interessa il tessuto gengivale che circonda l’ottavo molare. Ad essere interessata dall’infiammazione è proprio la gengiva e non anche il dente, poiché quest’ultimo potrebbe essersi sviluppato in maniera anomala rispetto all’eruzione verticale tipica di tutti i denti.
Il primo sintomo che il paziente avverte è, senza alcun dubbio, un dolore acuto nella parte più interna dell’arcata dentale, ma la fase di progressione della pericoronite può avvenire in più stadi.
Inizialmente, oltre al dolore, è possibile notare arrossamenti e rigonfiamenti gengivali; faranno seguito, quindi, difficoltà durante la masticazioni o all’apertura della mandibola. Successivamente potrà comparire il dolore all’orecchio, ma anche l’ingrossamento dei linfonodi, assieme alla tradizionale febbre. L’ultimo stadio è rappresentato dalla formazione del materiale purulento che potrebbe fuoriuscire anche alla minima compressione.
Le cause della pericoronite sono da riscontrarsi proprio nell’anomala eruzione dei denti del giudizio: l’inclusione parziale può lasciare parte della gengiva alla mercé di cibo e batteri. Durante la masticazione i residui di cibo possono incastrarsi tra il dente del giudizio e la gengiva e la difficoltà di eseguire le tradizionali manovre di pulizia orale può favorire l’accumulo dei batteri. Questi, essendo molto spesso nocivi, erodono denti e gengive, diventando la causa principale proprio dell’infiammazione gengivale.
La pericoronite deve essere trattata con protocolli specifici a seconda dello stadio in cui si trova l’infiammazione: nelle fasi iniziali dell’infezione il dentista potrà consigliare sciacqui e gargarismi a base di prodotti specifici. La fase intermedia della pericoronite dovrebbe essere trattata con l’assunzione di antibiotici e di antidolorifici, da prendere nelle dosi e nelle tempistiche stabilite dal medico. Qualora l’infezione si trovasse nella fase avanzata, potrebbe verificarsi l’evenienza di procedere mediante chirurgia odontoiatrica, che sarà eseguita in day hospital proprio dal dentista. Nei casi più gravi (ossia quando l’infezione interessi eventualmente osso ed altre parti della mandibola) è possibile che dell’operazione se ne occupi anche il chirurgo maxillo – facciale.
Quali sono le varie cause principali delle infezioni ai denti del giudizio?
Non è possibile individuare una sola causa che sia interconnessa ad un infezione dell’ottavo molare, quindi è probabile che l’infiammazione sia originata da altri fattori oltre a quelli legati alla pericoronite. Abbiamo parlato dell’inclusione parziale o totale dei denti come condizione che potrebbe favorire l’infiammazione della gengiva circostante all’ottavo molare, ma esistono altre cause che potrebbero giustificare l’insorgere di un’infezione. Vediamole insieme.
- Lesioni cariose. All’interno della bocca sono presenti qualcosa come circa 5o miliardi di batteri, suddivisi in batteri buoni e batteri dannosi. Questi ultimi si depositano su denti e gengive facilitando la demineralizzazione dello smalto dentale. Una delle ragioni per cui la carie si forma è dovuta all’evolversi della placca in tartaro che, a lungo andare, mina parte della superficie dentale atta a proteggere i denti. Nella gran parte delle ipotesi, la carie è dovuta ad una inadeguata igiene dentale: attenzione, inadeguata non significa necessariamente scarsa, poiché essa potrebbe formarsi anche nelle persone abituate a lavare i denti tre volte al giorno. L’inadeguata pulizia potrebbe essere dovuta all’errato utilizzo di collutorio, dentifricio e spazzolino, al non uso del filo interdentale, oppure proprio alla fisionomia del dente che, nel caso dell’ottavo molare, può creare difficoltà nelle manovre di pulizia. La carie, però, può avere origine multifattoriale e non essere strettamente connessa ad un fattore di igiene. La stessa anatomia del molare, formato da solchi profondi e difficili da raggiungere con le setole dello spazzolino potrebbe favorire l’insorgere dell’infezione. Inoltre anche la salivazione gioca un ruolo fondamentale all’interno del cavo orale, essendo che essa favorisce la detersione della bocca. Una salivazione minima può creare il clima adatto alla proliferazione di quei batteri che sono la causa della carie.
- Lesioni parodontali. Sono delle vere e proprie infezioni, a volte facilmente distinguibili, altre volte prive di sintomi, che interessano i tessuti e l’osso che sostengono l’ottavo molare. Nella sua forma cronica o aggressiva (a seconda dell’evoluzione dell’infiammazione), la lesione parodontale può avere origine non tanto dalla scarsa igiene, quanto piuttosto da differenti fattori, come la particolare composizione della flora batterica presente nella bocca, il diabete, la dipendenza dal fumo, l’assenza di alcuni nutrienti. Anticamera della parodontite (nota con il termine di piorrea), le lesioni parodontali possono essere l’origine delle infezioni ai denti del giudizio, a maggior ragione qualora essi siano sviluppati in maniera anomala. I sintomi sono differenti da quelli descritti poc’anzi (in tema di pericoronite), e potrebbero manifestarsi anche sotto forma di mobilità dentale e regressione gengivale.
Cosa succede se non si cura un’infiammazione ai denti del giudizio?
Al primo dolore che si manifesta ai denti del giudizio è consigliabile rivolgesi al dentista: è una forma di prevenzione che potrebbe aiutare il paziente a scongiurare danni più gravi. Inoltre, il dentista può consigliare se sia necessario o meno procedere con l’estrazione dell’ottavo molare, che potrebbe essere richiesta qualora:
- crea dolori e fastidi frequenti, in diverse ore del giorno,
- pressa o sovraccarica i molari adiacenti,
- costituisca un impedimento ad eventuali operazioni chirurgiche eseguite dall’odontoiatra sui denti vicini.
Non sempre quindi sarà necessario subire un’operazione chirurgica poiché il dentista potrebbe somministrare una terapia a base di antibiotici ed antidolorifici per far fronte al disturbo.
L’assenza di prevenzione dei sintomi connessi ai denti del giudizio può favorire lo sviluppo delle infezioni appena descritte, che culmineranno con ascessi più o meno gravi, e con la formazione di materiale purulento. Il dolore potrebbe essere molto più grave, mentre l’infezione avrebbe modo di estendersi anche in prossimità dell’osso alla base dell’arcata dentale, rendendo necessario l’intervento di un chirurgo maxillo-facciale.
Ovviamente tutto ciò non deve destare timore per il paziente, poiché le infezioni non si manifestano tutte allo stesso modo, così come non tutte le persone hanno una soglia del dolore medio alta. In alcuni casi potrebbe essere necessario una semplice modifica alle abitudini di igiene orale, altre volte basterà un collutorio specifico per contrastare tempestivamente l’infiammazione. Inoltre le cause alla base dell’infezione possono influenzare la diagnosi del dentista, poiché in presenza di carie o di lesioni parodontali potrebbe ritenersi necessario procedere con protocolli adeguati.
Il progredire di un’infezione che potrebbe essere curata con terapie blande, può culminare con l’estrazione del dente che, invece, avrebbe potuto salvarsi se si fosse agito in tempo. Per questa ragione il dentista è la migliore soluzione prima ancora del fai da te.
Quali sono le terapie per un’infezione ai denti del giudizio?
Le terapie previste per l’infiammazione ai denti del giudizio variano sulla base di alcuni fattori:
- età del paziente. L’estrazione dell’ottavo molare eseguita prima dei venticinque anni può richiedere tempi brevi di convalescenza, che si esauriscono anche in un solo giorno. L’operazione eseguita su un anziano può prevedere tempi più lunghi ed un’attenzione maggiore nei confronti del paziente;
- stadio di avanzamento dell’infiammazione. Durante i primi sintomi (dolore, gonfiore ed arrossamento delle gengive) il trattamento sarà più blando rispetto a quello previsto in presenza di un ascesso. Nel primo caso potrebbero essere prescritti dei semplici risciacqui, nel secondo caso l’operazione chirurgica;
- causa dell’infezione. La parodontite richiede un trattamento a se stante, come lo necessita una lesione cariosa o la pericoronite. Per tale ragione è da scongiurare ogni rimedio fai da te, come quello delle soluzioni a base di acqua e sale per placare il dolore senza prima accertarsi dell’origine alla base dei fastidi.
In effetti, tra le terapie prescritte potrebbero essere previsti dei risciacqui con collutorio a base di clorexidina, una sostanza antibatterica e disinfettante che annienta i germi ed i funghi presenti nel cavo orale. Il collutorio è acquistabile in farmacia e non richiede alcuna ricetta medica, ma deve essere utilizzato solo ed esclusivamente dietro consiglio del medico.
Il collutorio a base di clorexidina può essere necessario anche prima dell’intervento chirurgico, ovverosia nei casi in cui si reputi necessario procedere all’estrazione del dente del giudizio. Il presidio serve a disinfettare la bocca prima di incidere la gengiva, prevenendo possibili infezioni a seguito dell’operazione. Inoltre, sempre in ambito di interventi odontoiatrici, il collutorio con clorexidina potrà essere consigliato come rimedio post operatorio, da utilizzare due volte al giorno nel periodo che sussegue l’estrazione del dente. In tale fase, infatti, la gengiva è recisa ed occlusa dai punti di sutura, ma potrebbe infettarsi con la putrefazione del cibo o con il passaggio dei batteri contenuti nell’aria.
L’uso del collutorio a base di clorexidina deve essere circoscritto in un termine breve, che in genere non supera le tre settimane: ciò in quanto si tratta di una sostanza che potrebbe avere conseguenze negative sulle gengive (provoca ulcera), sul gusto e sui denti (genera l’iperpigmentazione dello smalto). Il collutorio non può essere utilizzato per rimuovere la carie formatasi ai molari, ma potrebbe essere suggerito nelle fasi iniziali della gengivite.
Infezioni ai denti del giudizio: in sintesi
I denti del giudizio nascono dopo l’adolescenza, e possono crescere sani o costituire un problema per le persone. L’eruzione del dente può essere verticale, orizzontale oppure obliqua, ed il molare può fuoriuscire totalmente o parzialmente. L’inclusione parziale può generare fastidi e disturbi come pressione e sovrapposizione del dente rispetto a quelli adiacenti, mentre con frequenza si manifesteranno infezioni ed infiammazioni.
Le infiammazioni ai denti del giudizio hanno origine multifattoriale: carie, lesioni parodontali, tartaro e placca sono le cause più comuni. La crescita anomala del dente, di fatto, impedisce le manovre di pulizia, favorendo l’accumulo di cibo e, soprattutto di batteri. Questi ultimi favoriscono l’insorgere dell’infiammazione, che potrebbe svilupparsi in un’infezione ben più grave se non curata tempestivamente. Dalla terapia a base di prodotti specifici si potrebbe addirittura ricorrere all’intervento di un chirurgo maxillo facciale. Tutto dipende da alcuni fattori che variano da paziente a paziente e che possono influenzare in positivo o in negativo la terapia somministrata.
I sintomi alla base di un’infezione all’ottavo molare sono: dolore più o meno acuto, mal d’orecchio, gonfiore ai linfonodi, febbre, ascesso ed accumulo di pus che fuoriesce alla minima compressione. Ulteriori sintomi potrebbero manifestarsi qualora l’infezione fosse causata da una parodontite (mobilità dentale e regressione gengivale). I sintomi evolvono (nell’intensità del dolore) in base allo stadio in cui si trova l’infezione: per tale ragione è sempre consigliabile rivolgersi immediatamente al dentista di fiducia. Costui può reputare più o meno opportuno procedere con l’estrazione del dente del giudizio se ciò fosse necessario, ma potrebbe limitarsi alla prescrizione di una terapia.
Le terapie possono prevedere l’assunzione di analgesici ed antibiotici, anche a seguito dell’operazione odontoiatrica, a cui potrebbe associarsi l’uso di prodotti specifici. I consigli della nonna sono da bandire, perché il sorriso è il miglior biglietto da visita che possiamo permetterci.