Parodontite: ecco cos’è e perché è pericolosa

Quando si parla della parodontite sorgono sempre numerosi dubbi e tantissime perplessità. Ancor oggi sono pochi i pazienti a conoscere di cosa si tratta e come venire a capo del problema. Volgarmente questa malattia si chiama piorrea ed è un’infezione, che può essere di natura batterica o virale, dei tessuti dentali. Tale infezione contribuisce a creare un’infiammazione cronica dei tessuti adiacenti al dente e in particolare del parodonto (ovvero il tessuto che sorregge il dente). Vengono colpite tutte le strutture dentali, tra cui: l’osso, il legamento del parodonto e il cemento radicolare. Non in ultimo luogo vengono danneggiate anche le gengive.

La tipologia del danno è diversa a seconda della gravità dell’infezione e dell’intensità con cui risponde il sistema immunitario del paziente. Tuttavia, in mancanza di un intervento odontoiatrico la parodontite evolve fino a causare la perdita del dente. Sebbene la perdita avvenga unicamente nello stadio terminale della malattia, è consigliato intervenire con tempestività per ridurre il rischio di danni irreversibili al dente. Ovviamente, il decorso di questa patologia varia da paziente a paziente e la caduta del dente può avvenire in tempi più o meno rapidi, a seconda del caso.

Per evitare che la piorrea prenda piede, è necessario tenere sotto controllo i sintomi di questa patologia:

  1. alitosi: il cattivo odore sviluppato dalla cavità orale è sicuramente uno dei motivi per rivolgersi a un medico il prima possibile;
  2. sanguinamento delle gengive: un altro sintomo che vi sono dei pericolosi problemi;
  3. abbassamento delle gengive;
  4. dolore alle gengive;
  5. mobilità dentale.

Prestando attenzione a questi sintomi è possibile prevenire lo sviluppo della parodontite. Come? Innanzitutto è necessario sviluppare l’abitudine di mantenere sempre una corretta igiene orale:

  1. bisogna lavare i denti ogni giorno, almeno 3 volte al giorno, dopo i pasti;
  2. allo spazzolino è bene associare il filo interdentale e il collutorio;
  3. inoltre è bene non dimenticarsi di effettuare delle visite periodiche dal proprio odontoiatra di fiducia (almeno 1 volta ogni 6 mesi).

Per curare la piorrea ai primi stadi di sviluppo è possibile utilizzare delle tecniche minimamente invasive. Queste consentono di annullare l’infiammazione e salvare il dente senza il bisogno di servirsi della tecnica dell’implantologia. Tali tecniche sono indolori per il paziente grazie all’uso dell’anestesia locale e si basano sulla combinazione del laser e del microscopio operatorio. Queste offrono all’odontoiatra la possibilità di curare la piorrea senza ricorrere alla chirurgia odontoiatrica. Grazie a questa tecnica è possibile eliminare i virus o i batteri patogeni.

Tuttavia, qualora la patologia si trovasse in uno stadio avanzato, bisognerebbe procedere con la rimozione dello stesso e l’installazione d’impianti dentali al suo posto. In questo modo è possibile restituire al paziente un’estetica del sorriso praticamente perfetta senza danneggiare troppo la cavità orale. Non a caso l’implantologia è una delle tecniche più utilizzate nell’odontoiatria moderna per rispondere ai problemi causati dalla parodontite.

Parodontite cronica: cos’è?

A differenza della parodontite acuta, che ha un decorso molto rapido, la parodontite cronica (chiamata anche apicale) si caratterizza da una progressiva perdita dei tessuti. Questa tipologia della parodontite è più spesso associata al tartaro e alla placca, entrambi dei sintomi di una scarsa igiene orale, piuttosto che ai virus o ai batteri. La parodontite cronica può manifestarsi a ogni età, ma più frequentemente si sviluppa nel periodo adolescenziale. Spesso il paziente non si accorge nemmeno di essere vittima di una patologia così grave.

Tutt’altro: i sintomi della parodontite cronica non sono così accentuati e visibili della piorrea acuta. La tipologia cronica, difatti, è in grado di progredire in modo lento e praticamente invisibile peggiorando particolare nei periodi di maggiore debolezza immunitaria. Negli anni a venire gli effetti si accumulano fino a dar vita alla parodontite aggressiva. Inoltre bisogna precisare che il fumo di sicuro non aiuta a diagnosticare la patologia in tempo utile, ma ne nasconde i lievi sintomi.

La parodontite aggressiva, invece, può essere riconosciuta facilmente in quanto causa una rapida perdita dei tessuti gengivali. Per la maggior parte questa tipologia della parodontite si sviluppa nei pazienti con meno di 30 anni, prevalentemente in una forma localizzata. Negli adulti e anziani, invece, può svilupparsi in una forma generalizzata.

In particolare la parodontite colpisce gli incisivi e i primi molari, ma può colpire anche i denti posteriori (masticativi).

Intervento sugli incisivi instabili per la cura della piorrea: è possibile?

Quando si tratta di trattare dei problemi come la parodontite su dei denti instabili, nascono sempre numerosi dubbi e tanti problemi. Indipendentemente dallo stato di avanzamento della patologia, è sempre bene specificare che la cura è possibile, ma che talvolta può variare. Difatti i denti colpiti dalla parodontite grave (e quindi già ampiamente instabili) possono andare incontro alla diasistemazione per via dei movimenti della lingua. Quest’ultima intacca il dente che, per colpa dell’instabilità, può diasistemarsi creando così uno spazio tra i due denti incisi centrali. I tentativi di blocco dei denti mobili potrebbero non dare alcun risultato sperato, in quanto la malattia dentale potrebbe essere già dapprima in una fase avanzata di progressione. Quel che deriva dall’impossibilità di bloccare i denti mobili riguarda la possibilità masticativa. Sorgono numerosi problemi in tal ambito, in quanto il paziente non riesce più a masticare correttamente il cibo. A tutto questo si aggiungono anche numerosi problemi di natura prettamente estetica derivati dallo scorretto posizionamento dei denti frontali. I disagi psicologici rappresentano un grande problema derivante dalle patologie come la parodontite, in quanto diminuisce il senso di benessere della persona e non la fa sentire a proprio agio. Pertanto intervenire sugli incisivi non solo è possibile, ma è anche necessario per evitare che i problemi funzionali della masticazione continuino.

Ecco come intervenire: implantologia generale e impianti corti

In relazione allo stato di avanzamento della patologia è possibile intervenire in diverse maniere. Se il dente non può essere recuperato, bisogna proseguire con la tecnica dell’implantologia dentale. Quest’ultima prevede l’inserimento di due (o più) impianti al posto dei denti mobili colpiti dalla piorrea. Nonostante questa soluzione appaia come quella più semplice, non sempre è attuabile. Difatti, qualora a livello mandibolare relativo ai denti colpiti dalla patologia la quantità ossea fosse molto scadente, bisognerebbe procedere ad altri interventi. Questi devono essere poco invasivi, in modo da evitare il completo scollamento delle gengive in quanto si tratta di una zona dei denti particolarmente esposta dal punto di vista estetico. Un intervento che intaccasse troppo la struttura gengivale potrebbe compromettere l’aspetto estetico generale della bocca. Difatti la parodontite grave potrebbe creare delle ampie recessioni gengivali, che a sua volta potrebbe comportare il rischio di una riabilitazione dei denti decisamente troppo lunga.

Le fasi dell’intervento

Per curare il problema della piorrea senza intaccare le gengive e senza peggiorare l’aspetto estetico della zona, si procede tramite un intervento svolto a fasi. In primis, ovviamente, è necessaria una visita preliminare grazie alla quale è possibile capire se l’intervento può essere eseguito o meno. Solo dopo si procede con l’intervento vero e proprio. Innanzitutto, per evitare il dolore è necessario che il paziente si trovi in uno stato di sedazione cosciente. Per raggiungere questo stato viene utilizzata l’anestesia locale, utile per svolgere un intervento completamente indolore.

Si procede, quindi, a estrarre gli incisivi centrali e laterali della mandibola. Quindi non è rimasto altro da fare che inserire nelle cavità post-estrattive gli impianti dentali corti. Per farlo è necessario avvalersi di una tecnica mini invasiva, come accennato precedentemente. Durante questa fase è necessario che lo scollamento dei tessuti nella zona interna sia minimo. Altrimenti è possibile che restino delle visibili cicatrici: un evento da evitare qualora si voglia eseguire un intervento che non danneggi l’aspetto estetico del sorriso. In contemporanea con l’intervento principale è possibile eseguire una procedura che aiuti l’intervento. In particolare, dalla parte linguale, nella zona in cui l’osso è particolarmente sottile, si procede effettuato la rigenerazione ossea con il biomateriale.

Quindi al paziente viene consegnato un impianto dentale provvisorio avvitato sulle radici precedentemente posizionate. Gli impianti provvisori servono per permettere alle gengive di assestarsi correttamente, in modo da poter quindi avvitare gli impianti definitivi su una gengiva già pronta all’accoglienza. Ovviamente, la procedura di base può essere variata a seconda dei casi.

Il risultato?

Se si esegue l’intervento rispettando tutte le norme in tema e senza forzare i tempi, la funzionalità masticatoria ritorna subito nella norma senza alcun problema. L’aspetto estetico, poi, è davvero eccellente. Nessuno noterà che si tratta d’impianti dentali e non di denti naturali veri e propri. Grazie all’anestesia, il paziente non percepisce alcun dolore né durante l’intervento, né nel periodo post operatorio. L’efficacia dell’implantologia deriva anche dalla possibilità di eseguire un intervento preciso e minuzioso, che prenda in considerazione tutti i dettagli.

Un intervento utile a non danneggiare i denti vicini (i quali restano intatti, a differenza di quanto avviene utilizzando la tecnica del ponte dentale) e duraturo nel tempo. Basti pensare che grazie all’impianto dentale il paziente potrà svolgere le proprie normali attività quotidiane per moltissimi decenni. In alcuni casi, poi, l’impianto dentale è persino definitivo!

Cosa fare nel periodo post-operatorio?

Una volta che l’intervento sarà stato portato a termine, il paziente dovrà svolgere la prevenzione. La piorrea non può colpire gli impianti dentali posizionati al posto dei vecchi denti, ma può comunque colpire i denti sani rimasti. Quindi bisognerà essere realmente attenti a lavare i denti spesso, cambiando periodicamente lo spazzolino e avvalendosi degli accessori per la cura dentale come il collutorio e il filo interdentale. Per prevenire la piorrea, inoltre, sono stati realizzati numerosi dentifrici medici che aiutano a prevenire i tanti problemi.

Consigli generali

Per prevenire la parodontite è possibile seguire anche alcuni suggerimenti generali. Per esempio è possibile consumare tanta frutta e verdura, in quanto le vitamine di queste pietanze contribuiscono a migliorare le difese immunitarie. Quindi vengono contrastati meglio i batteri che causano la parodontite.

Inoltre si può prendere in considerazione un’altra idea: quella di evitare le bevande e i cibi troppo zuccherati. Lo zucchero, difatti, è il primo nemico della buona salute e sebbene serva all’organismo umano è comunque meglio non esagerare, no?

Durante la scelta del collutorio è meglio comprare quello a base di clorexidina. Questa sostanza è ottima sia per prevenire lo sviluppo della parodontite che per attenuare il dolore dentale.

Durante la scelta dello spazzolino, invece, è meglio comprarne uno elettrico. Questo poiché riesce a eliminare in modo più efficace i residui di cibo, nonché la placca.

Infine, è bene evitare anche i cibi troppo duri e/o croccanti in quanto contribuiscono a irritare molto le gengive. In particolare si consiglia di fare a meno dei vari torroni (a meno che non siano particolarmente morbidi) e della frutta secca. Questo poiché tali alimenti potrebbero danneggiare i denti. Inoltre è bene evitare le caramelle: mordendole il dente si può addirittura spezzare!

I rimedi naturali: sono efficaci?

La parodontite non va mai presa sottogamba in quanto può causare dei seri problemi alla salute. La terapia principale da svolgere dev’essere quella prescritta dall’odontoiatra. I rimedi naturali per la piorrea possono soltanto affiancare la terapia di base, senza mai sostituirla. Questo poiché i rimedi naturali possono comunque alleviare il dolore, contribuire a igienizzare la cavità orale ecc… Ma non possono mai svolgere un ruolo fondamentale nella cura della parodontite, indipendentemente dalla sua tipologia. Prima di utilizzare un qualsiasi rimedio naturale, inoltre, è meglio consigliarsi con il proprio odontoiatra di fiducia.

La stragrande maggioranza dei rimedi naturali per la piorrea può aiutare anche in caso di altri problemi. Ecco quali sono i rimedi naturali più efficaci:

  • infusi a base di Salvia, una pianta universalmente utilizzata grazie alle sue proprietà disinfettanti;
  • senza dimenticarsi della propoli, una miscela prodotta dalle api che ha delle proprietà antibatteriche e antinfiammatorie;
  • mai sentito parlare del Gel all’Aloe Vera? Beh, anche questo è un rimedio naturale che va applicato direttamente sulle gengive;
  • dicono che non bisogna esagerare con il pepe nero e di fatto è così. Tuttavia, le sue proprietà antibatteriche possono risultare oltremodo utili nella cura della piorrea;
  • infine, perché non usare anche l’olio di cocco o quello di sesamo? Come mostrano alcuni studi indiani, risciacquare con uno di questi 2 oli aiuta a sviluppare una cavità orale più sana.

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