Con il termine malocclusione dentale si intende un errato allineamento dei denti dell’arcata superiore con quelli dell’arcata inferiore, ovvero tra i denti della mascella e quelli della mandibola. Le cause di questo mancato equilibrio sono in generale di tipo ereditario, essa è cioè una malformazione tramandata geneticamente.
Altri fattori possono essere ricercati nelle abitudini della prima infanzia: usare il ciuccio oltre il terzo anno di vita o addormentarsi succhiando il pollice possono portare alla nascita di questa patologia.
Anche il bruxismo, ovvero il vizio di digrignare spesso i denti, può arrecare danni al perfetto allineamento delle arcate.
Le conseguenze della malocclusione dentale si ripercuotono anche su altri organi e si traducono in forti mal di testa, mal di schiena, dolore cervicale e acufene.
Essa può insomma portare a compromettere la salute dell’organismo in generale e per questo motivo non deve passare inosservata ma anzi, necessita di un vero e proprio intervento mirato da parte del dentista.
Essa è quasi sempre visibile ad occhio nudo, tuttavia l’odontoiatra avrà bisogno di effettuare una radiografia e un calco in gesso delle arcate, in modo da produrre un apparecchio specifico.
Solo nei casi più gravi è necessario un intervento chirurgico, normalmente invece essa è perfettamente curabile attraverso interventi do ortodonzia.
Talvolta sarà necessario effettuare una o più estrazioni, se il problema è legato a un eccessivo affollamento di denti, come nel caso dei denti del giudizio che spingono gli altri, compromettendo il giusto allineamento di tutta l’arcata. Normalmente basterà introdurre un apparecchio fisso o mobile, e correggere le abitudini errate, per esempio applicando bite per correggere il bruxismo.
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Quali sono i sintomi?
I sintomi principali legati a questa patologia si riscontrano innanzitutto nella masticazione: la difficoltà masticatoria è infatti la prima conseguenza di un mancato allineamento delle arcate.
Difficoltà respiratorie come bronchite e tosse cronica, o anche solo il fatto di tendere a respirare con la bocca aperta sono altri sintomi legati alla malocclusione dentale.
Aumentato è anche il rischio di infezioni orali, come carie, gengiviti e sanguinamento gengivale. Chiaramente i sintomi dipenderanno molto dalla gravità della patologia: in alcuni casi essa può essere lieve e del tutto trascurabile, ma in situazioni più compromesse, se non ci si rivolge al dentista, si può anche rischiare di soffrire di paradontite, che nel lungo termine può portare alla perdita di denti.
Raramente questa patologia può anche portare ad avere difficoltà di linguaggio, dovute ad un mal allineamento del viso, ed a ripercussioni sull’apparato digerente, con disturbi di reflusso gastro-esofageo.
Sicuramente da non tralasciare è anche l’aspetto estetico: la malocclusione dentale compromette infatti il sorriso e l’aspetto generale della persona, portando a conseguenze psicologiche non indifferenti.
Mascella Storta e Piccola Sporgente
La malocclusione dentale è la conseguenza di una mancata proporzione tra mandibola e mascella, quando cioè una delle due si trova maggiormente sviluppata rispetto all’altra. Si tratta di una deformazione dell’ossatura che ospita i denti, ed in particolare dell’osso mascellare rispetto agli elementi dentali: la mascella è quindi troppo stretta o i denti sono troppo grandi per assumere un corretto posizionamento.
Si parla allora di prognatismo, ovvero quando la mascella diventa sporgente rispetto alla mandibola, o di progenismo, quando è la mandibola a sporgere in avanti rispetto all’osso della mascella. Proprio per questo motivo, la malocclusione è stata suddivisa in tre classi, a seconda del tipo di malformazione.
La malocclusione dentale di primo grado è la più diffusa ed anche la più facile da curare: qui i denti dell’arcatra superiore sovrastano leggermente quelli inferiori ma il morso rimane corretto. Più attenzione viene riservata invece alle malocclusioni dentali di secondo e terzo grado, nelle quali l’allineamento delle arcate é del tutto assente e l’aspetto del viso, soprattutto del profilo, è veramente compromesso.
Malocclusione di seconda e terza classe
La malocclusione di seconda classe, anche chiamata retrognatismo o sovramorso, si riscontra quando le ossa mascellari sovrastano quelle della mandibola: i denti dell’arcata superiore sporgono in avanti rispetto a quelli inferiori, il mento è sfuggente e spesso anche lo spazio interdentale degli incisivi è molto accentuato.
Essa può dipendere da un’eccessiva crescita del mascellare superiore, da un parziale sviluppo della mandibola, o dalla combinazione dei due fattori.
Si parla invece di malocclusione di terza classe quando sono i denti della mandibola ad essere più sporgenti rispetto all’arcata superiore. Questa è la classe meno diffusa, ma anche quella meno accettabile dal punto di vista estetico, per il suo caratteristico mento sporgente.
Le principali malocclusioni ortodontiche
Le malocclusioni sono dovute a moltissimi fattori ed uno tra questi è l’affollamento dentale, che si verifica quando lo spazio disponibile è minore rispetto alla grandezza dei denti, o quando seppure la struttura ossea mascellare o mandibolare sia adeguata, gli elementi dentali sono caratterizzati da una dimensione sopra la norma.
Se i denti non trovano spazio, ecco che possono nascere storti, ruotati, e inclinarsi verso l’esterno dando vita alla malocclusione. Essa può verificarsi anche in caso di diastema eccessivo, ovvero quando gli spazi interdentali sono talmente grandi da non consentirne un corretto allineamento.
Le malocclusioni si presentano anche in presenza di un’alterazione del numero dei denti: in particolare si parla di agenesia quando mancano uno o più elementi, e di denti sovrannumerari, quando nascono più denti rispetto al numero normale, con la conseguenza che si possono accavallare ad altri, nascere sul palato e interferire con la formazione dei denti programmati dalla formula dentaria.
La sovrapposizione dei denti, che in particolare si registra nell’arcata superiore, porta ad un allineamento errato, ad una sporgenza del labbro superiore e ad una malocclusione dentale ben visibile ad occhio nudo.
Anche le anomalie nell’eruzione dentale dell’infanzia possono trasformarsi in malocclusioni: in un normale percorso di crescita i denti di latte cadono per cedere il posto a quelli definitivi, che accompagneranno l’uomo in tutta la sua vita adulta, tuttavia, durante questo processo delicato possono verificarsi problematiche anche gravi.
Se ci sono infatti alterazioni nella sincronia e ritardi di eruzione dei denti, inevitabilmente ci si dovrà rivolgere ad un odontoiatra per stabilire un piano occlusase adeguato.
Morso aperto, morso crociato, deep bite e overjet
Si parla di morso aperto, in inglese open bite, quando i denti non entrano in perfetto contatto tra loro. Strettamente legato a cattive abitudini della prima infanzia, come l’uso del ciuccio prolungato, esso si traduce in una malocclusione dentale che può interessare sia gli incisivi, nel caso del morso aperto superiore, sia i molari, quando l’open bite è posteriore.
Con il termine deep bite si intende invece quando gli incisivi dell’arcata superiore coprono quasi totalmente quelli inferiori, e si origina cosi il cosiddetto morso coperto. Può capitare in questo caso che i denti inferiori estrudano talmente tanto da toccare il palato superiore oppure che i molari e i premolari non estrudano per niente.
Sicuramente il deep bite è una malformazione che può avere risvolti anche gravi, con conseguenze dannose su entrambe le arcate dentali, portando ad un consumo precoce dei denti.
Quando si parla di malocclusione si tiene in considerazione il valore dell’overjet, ovvero della distanza tra margine incisivo superiore e inferiore: si parla di overjet normale quando va da 0 a 2 millimetri, altrimenti si parla di overjet aumentato o di overjet diminuito. Entrambi costituiscono malocclusioni, rispettivamente di seconda e terza classe in quanto l’allineamento delle arcate viene alterato a favore di una delle due.
Un caso ancora più grave riguarda il cross bite o morso crociato, che può essere sia anteriore che posteriore: qui i denti superiori si trovano all’interno rispetto ai corrispondenti inferiori e la mandibola tende quindi a scivolare in avanti.
Questa costituisce una malocclusione molto delicata, sulla quale bisogna intervenire fin dai primi anni d’età per far sí che la mascella non arresti la sua crescita prematuramente.