Non è raro che non ci sia abbastanza conoscenza dell’interrelazione che esiste tra denti, postura corporea ed eventuali disturbi, come per esempio l’emicrania. Verrebbe quasi spontaneo domandarsi come sia possibile che la posizione della lingua, l’allineamento di mascella e mandibola e la durata dell’allattamento abbiano ripercussioni sull’equilibrio del corpo, sulla struttura ossea e muscolare e su alcuni disturbi di cui le persone soffrono quotidianamente. Senza una visione d’insieme è difficile capire l’origine di certi disturbi. La malocclusione è una di quelle disfunzioni che si ripercuotono a catena su ossa, muscoli e organi, influenzando la salute generale dell’organismo.
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Cos’è la malocclusione
La malocclusione è un disallineamento anormale rispetto a quella che dovrebbe essere una corretta occlusione dentale. Ne esistono varie tipologie, il morso profondo per esempio è una malocclusione che si caratterizza per un eccessivo grado di sovrapposizione dei denti dell’arcata superiore su quella inferiore. Un morso corretto ha un grado di sovrapposizione di circa due millimetri. Il morso profondo dunque è la malocclusione più comune. Quando il morso è profondo, il mento del paziente è generalmente recessivo, ossia spinto indietro dai denti superiori verso l’articolazione dell’anca o della mandibola. La malocclusione influenza anche la forma del viso.
Ma quanti tipi di malocclusione ci sono? Avere una casistica aiuta a capire quali sono i rimedi più efficaci per singolo caso e le conseguenze che ciascuna può avere sulla struttura osseoscheletrica dell’individuo.
La prima grande distinzione è tra la malocclusione dentale e quella scheletrica. La malocclusione dentale può riguardare la forma delle arcate e la relativa collocazione degli elementi dentali. La malocclusione scheletrica invece inerisce il rapporto tra la mascella, ossia la parte superiore, e la mandibola, che viene detta anche mascella inferiore.
Poi ci sono le tipologie che sono state studiate da una delle figure più importanti della moderna scienza odontoiatrica, Edward Angle. La sua classificazione verte sulla collocazione del primo molare superiore. Ecco quali sono:
- normo-occlusione: è quella più diffusa; abbiamo un allineamento corretto eppure i denti dell’arcata superiore si sovrappongono sensibilmente a quelli dell’arcata inferiore. Le eventuali problematiche che si potranno presentare nel futuro non saranno tuttavia gravi e potranno trovare sicuramente una soluzione;
- disto-occlusione: il nome alternativo di sovramorso rende l’idea di quale sia il problema; l’arcata mandibolare è allineata posteriormente rispetto alla mascella, dunque tutti i denti superiori presentano una sporgenza;
- mesio-occlusione: è meglio nota come prognatismo, a causa della protrusione mandibolare; infatti i denti sull’arcata inferiore coprono quelli dell’arcata superiore.
La malocclusione e il disordine temporomandibolare
Non c’è uno studio che certifichi che una malocclusione provocherà danni al paziente. Ci sono casi di persone che soffrono di malocclusioni anche gravi che tuttavia non manifestano disturbi. Allo stesso modo ci sono casi di soggetti che presentano malocclusioni di scarsa rilevanza che sfociano, nel corso della maturità, in patologie dell’articolazione temporomandibolare. Facciamo alcuni esempi:
- rumori come un click o uno scroscio, talvolta accompagnati da dolore, quando si apre la bocca;
- contratture a carico dei muscoli che svolgono la funziona masticatoria;
- emicrania;
- deviazioni mandibolari.
Dunque perché alcuni soggetti con malocclusione non presentano conseguenze e persone senza problemi al morso possono viceversa manifestarle? Forse è un problema legato a certi meccanismi compensatori che si attivano in determinati soggetti piuttosto che in altri. D’altronde non è possibile sapere in anticipo come reagirà la struttura rispetto alla condizione e all’allineamento di mascella e mandibola, tanto meno se si attiverà il famoso meccanismo di compensazione strutturale.
Quello che è sempre necessario fare tuttavia è garantire le condizioni affinché l’occlusione sia corretta, sin dalla giovane età, allo scopo di scongiurare eventuali danni strutturali e perciò funzionali. Chiaramente c’è anche il fattore estetico che fa la sua parte. Le cure ortodontiche per intervenire sul morso profondo o sui sorrisi gengivali è importante per una crescita quanto più possibile serena dal punto di vista emotivo e psicologico del soggetto.
Il disordine temporomandibolare indica una serie di disfunzioni dolorose che coinvolgono la mascella, la testa e il collo. Si tratta di condizioni piuttosto comuni a cui è possibile porre rimedio soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza. Cosa sono le ATM? Le articolazioni temporomandibolari sono il collegamento tra la testa e la mandibola; presiedono alla funzione di apertura e chiusura della bocca.
Il morso con allineamento scorretto può essere la causa di una serie di problemi funzionali, in quanto esistono precise interrelazioni nel sistema muscolo-scheletrico. Il modo in cui il morso si chiude può avere ripercussioni sia sulle posizioni dei piedi sia su tutta la struttura ossea. Un problema dentale, alle articolazioni della mandibola oppure ai muscoli del collo può influenzare la posizione della testa, che a sua volta provocherà a catena tutta una serie di movimenti e compensazioni posturali in tutto il corpo.
I denti infatti fanno parte del sistema scheletrico. Quando non sono allineati in modo corretto spesso c’è un effetto compensatorio lungo tutta la catena posturale. Il corpo tenderà a correggersi autonomamente. Questo tentativo di compensazione può riguardare i muscoli del collo, della schiena e anche quelli del bacino, delle gambe e dei piedi. La cattiva postura spesso non viene considerata un problema di salute, eppure negli anni le conseguenze possono essere anche gravi.
I sintomi di una malocclusione e di una cattiva postura
Quali sono allora i sintomi specifici di una malocclusione? Proviamo ad elencarne alcuni:
- sensazione di intorpidimento o formicolio alle mani;
- dolore alla mascella, alla nuca, alle spalle, alla schiena.
Per quanto riguarda invece la postura scorretta, possono riscontrarsi:
- una spalla più alta dell’altra;
- i muscoli pettorali rilassati;
- una diversa lunghezza degli arti inferiori.
Cause del disordine temporomandibolare e della malocclusione
La causa più comune del disordine temporomandibolare e di tante altre disfunzioni craniche scaturisce dal trauma della nascita oppure dall’incapacità del neonato di nutrirsi correttamente durante l’allattamento dal seno materno. L’azione dell’allattamento al seno, infatti, ha una fortissima ripercussione sull’articolazione temporomandibolare e sullo sfenoide, proprio in quel periodo.
Sebbene alcuni tipi di malocclusioni siano ereditari, altri sono causati dalle malformazioni della mascella o della mandibola. Mascella e mandibola possono effettivamente crescere in modo non uniforme per l’assunzione di cattive abitudini, specialmente durante l’età infantile, con conseguente mascella inferiore sottosviluppata o mascella superiore troppo sviluppata.
Le abitudini formate durante la prima infanzia, per esempio, come succhiarsi il pollice, e l’alimentazione prolungata attraverso l’uso del biberon possono causare le malocclusioni. Ma non è sempre così. Malocclusioni possono essere causate anche da abitudini sviluppate più tardi, come quella di masticare la gomma o il mangiarsi le unghie.
Quali sono i sintomi del disturbo dell’articolazione temporomandibolare?
I sintomi più frequenti del disordine dell’articolazione temporomandibolare sono piuttosto variabili in quanto dipendono dalla serietà della patologia. Solitamente uno dei più diffusi è un dolore all’orecchio che si aggrava ad ogni movimento mandibolare, propagandosi in tutta la testa. Si avverte dunque una sorta di fitta acuta che si ripete anche nel corso di un periodo prolungato.
Altra caratteristica è un rumore, specialmente quando il soggetto muove la mandibola. Solitamente per verificare se la persona soffre di un disturbo dell’articolazione temporomandibolare il medico chiede al paziente di provare a posizionare tre dita della mano nel cavo orale. L’impossibilità di soddisfare questa richiesta può essere un indizio preciso del disturbo, che quindi permette di verificare una limitazione del movimento della mandibola. I soggetti che soffrono del disturbo dell’ATM spesso riscontrano anche frequenti episodi emicranici.
Effetti del disturbo dell’articolazione temporomandibolare
L’articolazione temporomandibolare ha un enorme impatto sulla postura e sull’andatura e può avere ripercussioni anche su muscoli che sono distanti dalla zona del collo e della testa.
Potremmo essere portati a pensare che questo sia un problema che riguarda solo i dentisti, ma non è così. L’articolazione temporomandibolare può influire persino sulla vista e sulla funzione dell’orecchio interno. Attraverso i collegamenti del nervo trigemino può influenzare la vista e il riflesso oculomotore. Il nervo trigemino infatti è uno dei nervi più complicati del corpo umano.
Il morso controlla la postura della mascella, che a sua volta controlla la postura della testa. Nella maggior parte dei pazienti con disordine temporomandibolare la posizione del morso, che costringe l’osso mandibolare all’indietro, induce il soggetto a spostare la testa in avanti, a causa della relazione inversa tra la mandibola e la posizione della testa nel piano sagittale. Come detto, il soggetto ha la tendenza a spostare la testa troppo in avanti a causa della malocclusione.
Possiamo immaginare idealmente una linea verticale che sale dal basso verso l’altro attraversando idealmente il centro dell’orecchio, la spalla, l’anca, il ginocchio e il malleolo. Ogni deviazione strutturale rispetto a questa linea comporta la susseguente compensazione, che provoca tensioni rilevanti e un impegno costante del corpo in cerca di un nuovo equilibrio. In base alla nuova posizione, la struttura interessata modifica la funzione di una particolare zona del corpo. Dunque gli organi che si trovano in quell’area specifica lavorano disfunzionalmente e possono incorrere in conseguenze patologiche.
Parliamo di uno sforzo tremendo che grava sui muscoli delle spalle, della schiena, del collo e della testa. Quando la testa si sposta troppo in avanti, le spalle si curvano e la mascella si sposta cambiando il morso. Quando i denti sono allineati in modo scorretto, i muscoli della mascella compensano nel tentativo di far combaciare le arcate. Questo fa sì che i muscoli lavorino di più e col passare del tempo diventino tesi. I muscoli sottoposti a sforzi costanti si contraggono influenzando di conseguenza il collo e la posizione della testa. Come si vede è una catena di cause ed effetti che percorre integralmente la struttura ossea e muscolare.
In molti pazienti con disturbo dell’articolazione temporomandibolare, l’osso mascellare inferiore è spostato su un lato, il che fa sì che la testa si pieghi verso quel lato. Queste deviazioni della postura della mandibola e della postura della testa si presentano contemporaneamente; e quindi dovrebbero essere trattati congiuntamente.
Correggere la posizione dei denti per correggere la postura del corpo
I problemi posturali sono spesso trattati con la terapia fisica. Il trattamento può includere lo stretching dei muscoli, che si sono contratti e accorciati per compensare l’errata postura del collo e della testa. Il soggetto che soffre di disturbi dell’articolazione temporomandibolare dovrebbe imparare a muovere il corpo in modo da ridurre al minimo lo stress che grava su muscoli e articolazioni.
Quando il morso è collegato ad un problema posturale si può provare a correggerlo con terapie che riguardino i denti, in modo che muscoli e ossa comincino a funzionare senza sforzare la struttura, in modo da non creare tensioni. Poiché la posizione posturale della testa, del collo e delle spalle è così strettamente correlata al morso, possono essere necessari sia una terapia che abbia effetti sui denti sia una terapia che corregga il morso ed elimini la malocclusione.
I benefici che il soggetto riceve da una tale correzione può avere dei risultati concreti. Allevia infatti sintomi apparentemente non correlati al problema, quali emicrania, dolore al collo e mal di schiena. Del resto le cattive abitudini posturali diventano più difficili da correggere se non vengono combattute immediatamente.
Solitamente quando ci sono problemi di malocclusione ci si rivolge ad uno gnatologo. La gnatologia si occupa dell’apparato che presiede alla masticazione da tutti i punti di vista.
Lo gnatologo ha la competenza e le conoscenze per avere una visione d’insieme rispetto ai problemi relativi alle disfunzioni cranio-mandibolari. Una visita gnatologica permette di capire se la disfunzione è collegata a problematiche dell’articolazione temporomandibolare, ad arcate edentule, all’uso di protesi mobili costruite in modo non ortodosso. Ma può anche studiare la postura del soggetto, e risalire a cure ortodontiche precedenti che non hanno raggiunto l’obiettivo nel modo più corretto. Tra i fattori che lo gnatologo esamina ci sono anche quelli emotivi.Lo gnatologo può anche essere un ortodontista oltre che un chirurgo.
Il trattamento più comune per combattere la malocclusione è infatti quello ortodontico.
Dopo aver esaminato il posizionamento della mascella, l’ortodontista provvederà a sottoporre il soggetto ai raggi X dei denti e prenderà le impronte del morso. Questa prassi permette di comprendere meglio come sono allineate mascella e mandibola. Un apparecchio ortodontico può essere il passo successivo, l’obiettivo sarà il raddrizzamento dei denti, ma la modalità e il tipo di strumentazione dipendono dalla gravità della malocclusione.
Non ci sono limiti di età per quanto riguarda la cura di un morso disallineato. Ovviamente è più facile apportare i correttivi durante l’età infantile perché mascelle e mandibole non sono completamente sviluppate. Una grave malocclusione potrebbe richiedere l’estrazione di un dente, consentendo così agli altri elementi dentali di spostarsi più facilmente; mentre altre malocclusioni richiedono una procedura chirurgica per riposizionare la mandibola.