Quando all’interno della parete dell’intestino si formano delle sacche che si infiammano e si infettano, quel particolare stato infiammatorio è definito diverticolite; si tratta di un problema particolarmente frequente a livello del colon, ma che potrà tuttavia interessare qualsiasi zona e tratto dell’apparato digerente. Nel nostro Paese la diverticolite o malattia diverticolare del colon, colpisce con una prevalenza compresa tra il 27 e il 40 per cento: nell’1, 2 per cento dei casi, la diverticolite insorge in individui di un’età al di sotto dei trent’anni. In età più avanzata, la diverticolite può raggiungere anche percentuali del 60, 70 per cento. Solo nel 20, 25 per cento dei casi di diverticolite, compaiono dei sintomi acuti, cronici e recidivanti; non mancano le situazioni nelle quali si rende necessario un ricovero in ospedale; la mortalità ospedaliera legata alla diverticolite, si attesta sulla percentuale del 3 per cento. Prima di esaminare i principali fattori a rischio che riguardano la diverticolite, è bene precisare che essa non è una vera e propria patologia; potremmo definire la diverticolite, un’alterazione anatomica, e fortunatamente la maggior parte delle persone che hanno questo problema, non presentano una sintomatologia particolarmente significativa. Sono tendenzialmente rari i casi nei quali si rende necessario recarsi al pronto soccorso.
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Diverticolite, la patologia dell’anziano
Molto spesso di definisce la diverticolite con il termine di “patologia dell’anziano”, poiché a partire da 40 anni, aumenta progressivamente con il passare degli anni, l’insorgere di questo problema: ciò è principalmente dovuto ad una certa lassità che interessa con il tempo i tessuti del connettivo, ovvero tutte quelle fibre che sostengono l’intestino, compreso il tessuto muscolare.
Cause e sintomi della diverticolite
I principali fattori a rischio della diverticolite, oltre all’età avanzata, sono l’obesità, e soprattutto un’alimentazione particolarmente povera di fibre. E’ invece importante precisare di come le cause della diverticolite non siano ancora state ad oggi individuate. Tuttavia gli esperti ritengono che la costipazione che può essere associata ad una dieta povera di fibre, e il naturale e conseguente aumento della pressione necessaria per espellere le feci, dà origine allo sviluppo di diverticoli, che si infettano nel momento in cui le feci si accumulano al loro interno.
Sintomi della diverticolite
La diverticolite è un’alterazione caratterizzata da un dolore localizzato principalmente nella parte sinistra dell’addome; al dolore addominale si possono inoltre associare l’insorgenza di nausea, vomito, febbre, gonfiore, perdita generale di appetito e emorragie rettali, queste ultime caratterizzate da sangue tendenzialmente di colore rosso brillante. Talvolta il dolore addominale potrà anche estendersi oltre la parte sinistra dell’addome, Nel caso di presenza di nausea e vomito, unitamente alla presenza di dolore addominale, è bene consultare immediatamente il parere di un medico; quest’ultimo potrà decidere di prescrivere approfondimenti diagnostici che prevedono l’ausilio di esami strumentali (Tac) ed esami del sangue.
Cura, prevenzione e complicanze della diverticolite
La terapia prescritta per la cura del problema della diverticolite, prevede innanzitutto riposo a letto e una dieta liquida che permetta all’intestino di riposare e ai diverticoli di poter guarire; per la cura della diverticolite è prevista inoltre la somministrazione e l’assunzione di una terapia antibiotica. Nei casi più complicati dell’alterazione anatomica, potrebbe rendersi necessario un ricovero ospedaliero, nel corso del quale solitamente viene somministrata una terapia antibiotica endovenosa; in sede di ricovero ospedaliero, si potrà inoltre procedere al drenaggio di eventuali ascessi; in alcuni casi invece si renderà necessario un vero e proprio intervento chirurgico, finalizzato all’esportazione della parte dell’intestino colpita dalla patologia. Le principali complicanze che potranno associarsi alla diverticolite, sono blocchi intestinali, ascessi, peritonite o fistole; queste ultime altro non sono che delle aperture anomale che mettono in comunicazione diverse parti dell’intestino, o intestino e vescica. La diverticolite è una patologia che può essere prevenuta con l’attenzione a seguire una dieta ed un’alimentazione sana e calibrata. Particolarmente importante in quanto a prevenzione, sarà consumare un numero adeguato di fibre, che potrà essere gradualmente aumentato, introducendo nella propria dieta quotidiana, alimenti quali pere, banane, arance, mango, broccoli, carote, barbabietole, cavoli, spinaci, lamponi, patate dolci con la buccia, fagioli e cereali integrali.
Dieta per diverticolite
La così definita “dieta per la diverticolite” non è di per sé un sistema per curare questo problema dell’intestino; si tratta semplicemente di una serie di comportamenti alimentari finalizzati a prevenire l’evoluzione infiammatoria di una diverticolite in atto. Seguendo una dieta e un’alimentazione corretta, non potremo infatti curare i diverticoli intestinali, ma avremo la possibilità di prevenire comunque l’infiammazione. Come prevenire dunque la diverticolite con la dieta? Le diverticoliti più complicate, richiedono spesso digiuno totale, e un’alimentazione di tipo parenterale, associata a terapia antibiotica. Per quanto riguarda la giusta dieta per prevenire la diverticolite, possiamo dire che l’alimentazione interviene nella riduzione della possibilità di formazione dei diverticoli e riduzione della possibilità di infezione e infiammazione dei diverticoli. La giusta dieta per prevenire la diverticolite si baserà principalmente sulla ripartizione nutrizionale e sulla composizione in fibre, probiotici e prebiotici. Le regole generali per un soggetto adulto sono principalmente compatibili con un apporto di fibre che corrisponde almeno alla quota suggerita per un soggetto sano, al quale si aggiunge un apporto di acqua che anch’esso corrisponde alla quota suggerita per un soggetto sano, ovvero un millilitro per ogni chilo caloria assunta (almeno una buona parte durante il pasto). E’ necessario inoltre incrementare la percentuale di fibre solubili, a discapito di quelle insolubili; alcune fibre solubili, come ad esempio l’inulina, esercitano una particolare azione prebiotica molto importante. Sarà importante integrare la propria dieta con integratori o farmaci probiotici. Seguendo questo tipo di alimentazione, sarà inoltre importante svolgere periodicamente dei cicli disinfettanti intestinali, ed evitare cibi difficilmente masticabili, quali ad esempio i semi oleosi come noci, nocciole, mandorle, pinoli, pistacchi, arachidi, semi di papavero, sesamo, semi di canapa o semi di lino. Da ultimo, sarà importante evitare i cibi contenenti porzioni non digeribili, come ad esempio la buccia e i semi interni, in vegetali come pomodori, melanzane, cetrioli, fichi, anguria, kiwi, uva e melograno. Alcune fibre sono anche considerate degli elementi prebiotici, e nutrono pertanto la flora batterica intestinale, favorendone il trofismo.