I videogiochi nel giro di pochi decenni si sono evoluti in modo tale da diventare parte integrante del tessuto sociale internazionale, influenzandone costumi e talvolta attirando su di sé anche alcune critiche.
La progettazione del primo vero e proprio gioco elettronico fu realizzata nel corso dell’anno 1947; il primo gioco fu infatti realizzato da Thomas T. Goldsmith Jr. e da Estle Ray, che depositarono presso l’ufficio brevetti statunitense, il 25 gennaio del 1947 (ufficializzazione del brevetto avvenuta il 14 dicembre 1948), il prodotto recante il nome di “cathode-ray tube amusement device“, con numero di registro 2.455.992
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Gli albori della storia dei video games
Il sistema ideato e brevettato nel 1947 da Goldsmith Jr. ed Estle Ray, utilizzava un numero di otto valvole termoelettriche e si ispirava agli schemi radar utilizzati per la prima volta nel corso del secondo conflitto mondiale.
Ovviamente prima degli anni Cinquanta non esisteva ancora il concetto di componentistica del computer o hardware e tanto meno il concetto di applicazioni o software; in quel tempo la grafica non poteva infatti essere riprodotta e disegnata su di uno schermo con l’ausilio dell’elettronica: i progettisti dovevano pertanto applicare delle etichette stampate su una pellicola trasparente, indicando i punti dei bersagli da colpire nel primo video gioco rudimentale.
Il primo video gioco realizzato prevedeva un periodo limitato di tempo nel quale il giocatore doveva ruotare delle manopole che gli permettevano di regolare la traiettoria e la velocità di un punto; il giocatore doveva spostare questo punto sulla figura di un aereo e premere un pulsante: se le coordinate erano esatte, il tubo catodico simulava un’esplosione. Come era presumibile, per via degli elevati costi di produzione, il primo videogioco rudimentale non venne mai messo in produzione e non andò oltre la fase di prototipo.
I videogiochi negli anni Cinquanta
Nel corso degli anni Cinquanta, altri esperimenti interessanti contribuirono allo sviluppo dei video games. In occasione dell’edizione tenutasi nel 1951 del Festival of Britain, l’azienda Ferranti realizzò uno dei primi prototipi di computer, denominato Nimrod, realizzato per essere in grado di giocare al gioco del nim: il prototipo, dopo l’esperienza del Festival of Britain, venne presentato anche a Berlino.
Il sistema di questo computer rudimentale era stato ideato da John Bennet e da Raymond Stuart-Williams e smantellato al termine dell’evento fieristico del Festival of Britain.
Solamente un anno dopo (1952), dei programmatori dell’Università di Cambridge svilupparono il prototipo Oxo, una rudimentale versione grafica del gioco del tris. Il prototipo Oxo venne giocato su un computer Edsac, denominato Bertie the Brain, che utilizzava un tubo catodico come schermo.
Bisognò poi attendere fino al 1958, quando William Higinbotham inventò un gioco denominato tennis for two, allo scopo di intrattenere i visitatori del Brookhaven National Laboratory di New York, un laboratorio di ricerca nucleare. Il gioco tennis for two, a differenza dei suoi predecessori, era visualizzabile su un oscilloscopio e mostrava un campo da tennis con prospettiva laterale. Anche in questo caso i giocatori si servivano di due manopole per regolare la traiettoria.
I videogiochi negli anni Sessanta
I primi videogiochi veri e propri nacquero nel corso degli anni Sessanta, dall’intuito di programmatori statunitensi che li concepirono e realizzarono per diletto, nel tempo libero. Questi videogiochi giravano per lo più su sistemi centrali o mainframe.
I videogiochi degli anni Sessanta caddero tuttavia molto presto nel dimenticatoio, proprio per la scarsità dell’epoca, di computer disponibili. Nel 1961 un gruppo di studenti dell’Università del Massachussetts, programmarono un gioco denominato Spacewar! Il gioco riproduceva due astronavi in grado di lanciare dei missili con lo scopo di abbattere l’astronave dell’altro giocatore.
Altri giochi rudimentali dei primi anni Sessanta furono Hamurabi e il simulatore Lunar Landing Game, basato sull’atterraggio dell’Apollo 11 sulla superficie lunare.
Nel 1966 fu finalmente realizzato il prototipo della prima consolle. J.A. Russel insieme ad altri collaboratori, registrarono in quell’anno il brevetto Golf Game Computing System: si trattava del primo vero videogioco di simulazione, sebbene esso non divenne mai noto per il fatto di non essere mai stato costruito e prodotto. Si trattava tuttavia del primo sistema complesso, sofisticato e realistico, basato su un computer analogico, che si serviva di un intero locale per simulare il gioco del golf. Il giocatore colpiva una pallina reale e il sistema simulava la continuazione della sua traiettoria, proiettando quest’ultima su uno schermo. Il brevetto di Golf Game Computing System venne rilasciato nell’anno 1970.
Gli anni Sessanta dei videogiochi si conclusero nel 1969 con l’esperienza del gioco Space Travel; il gioco subì nel corso degli anni una serie di evoluzioni ed adattamenti.
I videogiochi negli anni Settanta
Con gli anni Settanta ebbe inizio la svolta del mondo dei videogiochi e le prime dispute e controverse pubbliche che riguardavano gli stessi.
Nel 1971, venne messo in funzione presso l’Università di Stanford, Galaxy Game, un videogioco basato ed ispirato al sopra citato videogioco degli anni Sessanta Space War!
Nel 1972, Bushnell, a seguito dell’esperimento a tratti fallimentare di Computer Space, fondò l’azienda Atari e produsse il primo videogioco arcade della storia: Pong ebbe un notevole successo industriale.
Nel corso del 1976 avvenne la prima vera e propria controversia pubblica che riguardava il nascente mondo dei videogiochi: il gioco Death Race colpì notevolmente l’opinione pubblica, che intraprese un accesso dibattito sulla violenza dei videogiochi.
L’industria dei videogiochi entrò in quella che potremmo definire l’età dell’oro, nel corso dell’anno 1978: in quell’anno Taito fece uscire il gioco Space Invaders, che ebbe un grandissimo successo commerciale; il gioco ispirò moltissimi nuovi produttori di videogames, e fu probabilmente la scintilla che diede inizio alla nascita della sale giochi, fenomeno di massa dei successivi anni Ottanta e anni Novanta.
I videogiochi negli anni Ottanta
Gli anni Ottanta furono anni di grandissimo fermento e crescita per il mondo dei videogiochi; con il gioco Defender, nacquero una moltitudine di videogames che potremmo definire spara tutto a scorrimento, dei quali un esempio particolarmente riuscito fu Battlezone; quest’ultimo introdusse una nuova modalità di gioco tridimensionale, tuttavia sempre con l’ausilio di una grafica vettoriale monocromatica.
Nell’anno 1980 nacque il celebre Commodore VIC-20, che tuttavia dovette affrontare un notevole crollo delle vendite negli Stati Uniti, nel corso della crisi dell’industria videoludica americana, che collassò per la prima volta nel corso del 1983.
Nello stesso anno nacque in Giappone, Nintendo Entertainment System, che in pochi anni si espanse in tutto il mondo. Il 1983 è anche l’anno del leggendario Commodor 64, mentre nel 1985 nacque Amiga. In quegli anni si sviluppò la terza generazione di consolle: esse avevano la caratteristica di essere programmabili, ovvero dotate di cartucce in grado di contenere videogiochi.
I videogiochi negli anni Novanta
Agli inizi degli anni Novanta nacque la quarta generazione di consolle, che rappresentò il superamento della consolle a 16-bit. Gli anni Novanta furono gli anni del Sega Mega Drive e del Super Nintendo. Nella seconda parte della decade si svilupparono le prime consolle portatili, come Game Boy e Game Gear.
Alla fine degli anni Novanta nacque la quinta generazione di consolle per videogiochi, ovvero la prima Play Station e la debuttante Sony.
I videogiochi negli anni duemila
Negli anni duemila nacque la sesta generazione di consolle videogames, con Microsoft che decise di entrare in competizione con Sony e Nintendo. La Sega fallì in quegli anni con l’ultima consolle Dreamcast.
Seguirono la settima generazione di consolle (Nintendo DS e Play Station Portable) e l’ottava generazione di consolle, che proiettò il mondo dei videogiochi, fino ad arrivare ai giorni nostri, con Play Station Vita, Play Station 4 ed Xbox 1.