Emorroidi: cosa sono, cure e prevenzione

Con il termine emorroidi si indicano quei cuscinetti vascolarizzati e morbidi che si trovano nella zona terminale del retto. La funzione è quella di contribuire a mantenere uno stato di continenza, attraverso il gonfiamento e lo sgonfiamento. La loro presenza non è avvertita dal soggetto, a parte quando in condizioni particolari si gonfiano e danno origine ai sintomi classici.

Qual è la dieta per prevenire le emorroidi?

L’alimentazione svolge un ruolo fondamentale per quanto riguarda la prevenzione delle emorroidi e anche dopo la loro comparsa. Seguire una dieta equilibrata ben assortita, ricca di fibre e di acqua aiuta a regolarizzare le funzioni intestinali combattendo il fattore di rischio.

Non è da sottovalutare la cura dell’igiene personale, molto importante per prevenire le emorroidi ma anche altre fastidiose malattie e infezioni, come fistole e ragadi anali. Un’attenzione adeguata deve essere prestata anche nella scelta dei materiali di biancheria intima: devono evitare il ristagno di umidità e calore e lasciare traspirare la pelle, il cotone è il materiale più adatto.

Cura delle emorroidi

Curare le emorroidi è un processo differente a seconda della gravità che la patologia ha sviluppato. Nei casi più leggeri basta una dieta e un po’ di attività fisica, quando invece la patologia presenta uno stadio avanzato si deve ricorrere all’intervento chirurgico.

Se invece la patologia si trova ad uno stadio intermedio è possibile intervenire attraverso la legatura elastica e la fotocoagulazione. Questi trattamenti danno buoni risultati e nel 60% dei casi risolvono la patologia al primo tentativo. Se invece la malattia persiste è necessario ripetere l’intervento.

La parola emorroidi è utilizzata impropriamente quando si descrivono circostanze in cui si verifica una dilatazione delle vene emorroidali che formano varici.

Oggi, parlare di emorroidi significa riferirsi a una patologia che interessa la struttura a sostegno del canale retto – anale, che causa lo scivolamento dei tessuti verso il basso. Quando la mucosa rettale cede è spinta verso l’esterno e le emorroidi interne trascinano quelle esterne con sé, questo fenomeno prende il nome di prolasso, ed è ciò che causa i sintomi tipici della patologia.

Questo tipo di alterazioni presenta predisposizioni genetiche alla base, che possono essere influenzate da vari fattori come lo stile di vita, diarrea cronica, stipsi o gravidanza.

Le emorroidi rappresentano la patologia più frequente che colpisce la zona anale, i dati statistici rivelano che colpiscono quasi il 90% della popolazione almeno una volta nella vita. I vari sintomi di questa malattia, sono però molto comuni a disturbi proctologici diversi che possono essere etichettati erroneamente come emorroidari.

Questo è il motivo fondamentale per cui la diagnosi delle emorroidi deve essere fatta solo ed esclusivamente da un medico, contattato preventivamente per assicurarsi che sintomi banali apparentemente non nascondano gravi e più importanti patologie.

Tipologie e classificazione delle emorroidi

Anatomia delle emorroidi: interne ed esterne

Le emorroidi vengono suddivise secondo la loro ubicazione in emorroidi interne ed esterne.

Le emorroidi interne vengono localizzate nel canale anale, proprio al suo interno, non presentano particolari dolori in generale e soprattutto non sono visibili ad occhio nudo. Nel momento della defecazione possono prolassare, ossia uscire all’esterno e successivamente rientrare spontaneamente. Soltanto quando il prolassamento avviene in maniera completa, o il processo si unisce a ragadi iniziano a causare dolore.

Per quanto riguarda le emorroidi esterne, si sviluppano nei pressi dell’ano e sono visibili ad occhio nudo in quanto fuoriescono, apparendo come protuberanze dolenti e dure.

La classificazione è strettamente legata all’entità della patologia e della sua gravità. È suddivisa in 4 gradi:

Emorroidi di I grado


Non si presentano all’esterno in quanto rimangono dentro l’ano, sono visibili solo con un accurato esame anoscopico. Presentano sanguinamento ma non dolore, quindi il paziente se ne accorge soltanto dalla presenza di sangue nelle feci.

Emorroidi di II grado


Anche questa entità della patologia non presenta fuoriuscite esterne delle emorroidi se non nell’atto della defecazione. Dopo di che rientrano in maniera spontanea e causano fastidi e sanguinamenti.

Emorroidi di III grado


Questa entità della patologia si ha quando le emorroidi prolassano in maniera definitiva all’esterno. In questo caso necessitano di un riposizionamento attraverso un intervento manuale. In generale presentano dolori.

Emorroidi di IV grado

In questo caso il fenomeno del prolasso si verifica in maniera completa permettendo alle emorroidi si fuoriuscire completamente all’esterno dell’ano. Non è più possibile ricondurle verso l’interno con la manovra manuale semplice.

In qualsiasi stadio della patologia emorroidaria è possibile che il dolore compaia in maniera intensa. Ad esempio complicanze acute come la trombosi possono colpire raramente le emorroidi interne e più facilmente quelle esterne. Quello che accade in questi casi, è che si assiste al coagulo del sangue che forma un trombo interno alla varice infiammata, provocando prurito, rigonfiamento e dolore molto intenso. Quando questi episodi si ripetono è necessario un intervento chirurgico di emorroidectomia (asportazione delle emorroidi). Questo metodo è utilizzato anche per risolvere casi più gravi che presentano sanguinamento persistente, eccessivo ed emorroidi di quarto grado.

Come gestire la situazione e il rapporto con il medico

Caratteristiche e posizione del corpo dove si verifica la patologia delle emorroidi, possono costituire una fonte di imbarazzo e preoccupazione per la maggior parte dei soggetti. Questo tipo di problemi spesso causano una difficoltà psichica nell’essere affrontati davanti ad un’altra, in quanto investono la sfera intima del paziente. Il risultato è che può inibire l’esposizione dei sintomi al proprio medico.

Uno dei comportamenti più sbagliati è proprio quello di rivolgersi a uno specialista nel momento in cui la patologia è in uno stato ormai avanzato, quanto i sintomi diventano insopportabili perché molto dolorosi. Se la situazione viene affrontata all’inizio, il medico può risolvere il problema attraverso cure adeguate, altrimenti non può che peggiorare ulteriormente. I sintomi avvertiti e indotti dalla patologia emorroidaria hanno caratteristiche comuni a malattie differenti, alcune sono molto gravi e possono essere diagnosticate soltanto attraverso esami specialistici.

Il miglior atteggiamento per gestire la situazione è sempre quello di vincere i tabù e rivolgersi a un medico appena compaiono i primi sintomi. Se si interviene nei tempi giusti è possibile prevenire peggioramenti e risolvere il problema senza complicazioni.

Perché è importante una visita specialistica?

Proprio perché le emorroidi sono un disturbo molto comune dell’ano e del retto, i sintomi presentano caratteristiche uguali ad altre patologie anche più gravi, quindi è opportuno farsi curare da un medico specialista, per capire soprattutto se dietro ai sintomi non si nasconda qualcosa di più grave.

Manifestazioni di patologie sistemiche, cisti, dermatiti, ragadi, malattie trasmesse sessualmente, tumori e fistole rappresentano solo alcune delle patologie ben più gravi che erroneamente potrebbero convincere e dare l’impressione al paziente di avere soltanto le emorroidi.

Persino un medico specialista in una prima visita potrebbe ricondurre la comparsa di determinati sintomi alle emorroidi per poi scoprire altre patologie ben più gravi. Soltanto l’anoscopia (un esame diagnostico molto approfondito) è in grado di stabilire la presenza della malattia emorroidaria con scrupolosa certezza. Attraverso la visita ispettiva dell’anoscopia è possibile vedere e controllare esattamente che cosa accade nel tessuto anale, scoprendo o escludendo malattie di maggiore gravità.

Una visita proctologica approfondita consente una migliore e più veloce diagnosi: rimanere inghiottiti dal tabù e rimandare la visita, seguire consigli da persone non qualificate o affidarsi a rimedi fai da te può aggravare ulteriormente la situazione e renderla addirittura pericolosa per la vita.

Riconoscere i sintomi da cui riconoscere la malattia sono molto semplici da individuare e comuni: prurito, sanguinamento, secrezione, prolasso e gonfiore. Proprio perché in determinati casi le emorroidi possono risultare prive di sintomi, è opportuno rivolgersi a un medico e sottoporsi a una visita specialistica al minimo cenno di questi sintomi.

Il disturbo più frequente e anche il più evidente è il sanguinamento, che si verifica nell’80% dei casi, attraverso striature lievi di colore rosso nelle feci, oppure attraverso la fuoriuscita di qualche goccia di sangue dopo la defecazione. Quando l’emorragia ha origine nel colon il sangue di colore più scuro, se invece è di origine anale o rettale, si presenta attraverso un colore rosso vivo e acceso, tipico delle emorroidi.

Altri sintomi facilmente riconoscibili e molto comuni per chi già soffre di emorroidi sono la sensazione di bruciore e di fastidio nella zona del retto, ma anche prurito, non è un dolore particolarmente intenso, ma si presenta come un senso di pesantezza, un disagio che se non curato repentinamente può peggiorare in breve o medio termine. Con il passare del tempo i primi sintomi possono peggiorare o regredire, ma anche rimanere stabili e inalterati. Quando il problema raggiunge uno stadio avanzato, il dolore e il prurito aumentano e anche la forma di disagio diventa più intensa, in quanto può interferire con attività quotidiane come stare seduti, camminare o andare in bicicletta.

Il dolore è legato alle complicazioni della malattia e sorge ogni volta che la varice si infiamma, causando infezioni microbiche, traumi e coaguli di sangue. Quando si compie uno sforzo può verificarsi il prolasso, questo sintomo è molto fastidioso perché può avvenire anche con un colpo di tosse, o nel momento della defecazione. Le emorroidi sono pericolose per la salute, quando si verificano questi sintomi è bene sottoporsi ad una visita accurata da un medico specialista.

Quali sono i fattori di rischio e le cause delle emorroidi?

Secondo le ultime fonti rilevate, le emorroidi colpiscono il 40% degli adulti in Italia, circa 3 milioni di persone almeno una volta nella vita. La patologia si manifesta sia negli uomini che nelle donne con uguale frequenza, nelle donne bisogna però considerare il periodo della gravidanza che favorisce l’aggravarsi o la comparsa del problema. Tra i fattori che favoriscono le emorroidi abbiamo: alterazioni ormonali, effetti dovuti alla presenza del feto, aumento della pressione durante il parto.

L’età che favorisce la compara delle emorroidi va dai 45 ai 65 anni, questo è il periodo in cui il problema tende ad aggravarsi. I fattori che contribuiscono a peggiorare il problema sono sicuramente uno stile di vita poco sano e un’alimentazione sregolata. Altri importanti fattori di rischio, sono legati alle disfunzioni intestinali: diarrea cronica o stitichezza.

Condurre una vita sedentaria, fare sforzi eccessivi, abusare di lassativi, alcolici, fumare, mangiare troppo, sono fattori che scatenano o aggravano i disturbi emorroidari. Alimenti come insaccati, peperoncino, spezie piccanti e cioccolato aggravano il problema o potrebbero farlo sorgere in caso di abuso a tavola di questi alimenti.

Come è possibile prevenire le emorroidi?

Non esiste un unico metodo per prevenire le emorroidi, ma bisogna fare attenzione ad una serie di fattori che danneggiano, peggiorano o alimentano la patologia. Il primo passo per fare un’opera di prevenzione efficace è quello di svolgere attività fisica regolarmente, evitare alcol, cibi grassi e fumo.

Sono molte le attività che favoriscono il benessere e allontanano questa patologia: ballare, camminare, fare jogging, sport come calcio, basket o tennis, qualunque cosa impedisca di ingrassare o rimanere fuori forma fisica.

Come comportarsi per diminuire il fattore di rischio?

Per curare uno stadio iniziale delle emorroidi basta avere delle piccole attenzioni in modo da ridurre l’infiammazione e donare di nuovo alle pareti venose l’elasticità. Prestare attenzione alla dieta, seguendo un’alimentazione ricca di fibre e acqua favorisce l’evacuazione intestinale e allevia i sintomi. In questo modo modo si eviterà il peggioramento della patologia perché si eviteranno una serie di situazioni che richiedono uno sforzo, un aumento pressorio dei muscoli anali sulle emorroidi attraverso uno sforzo eccessivo per defecare. È lo stesso principio di sottoporsi a uno sforzo per sollevare un carico pesante.

Per quanto riguarda l’igiene anale è importante pulirsi con sapone acido e detergenti che equilibrano il ph della pelle, e acqua tiepida. Il sapone acido è di fondamentale importanza in quanto allontana i rischi di infezione e accelera la guarigione. Ciò che bisogna evitare è il lavaggio con acqua gelida, in quanto lo spasmo della muscolatura anale potrebbe causare lo strozzamento dei noduli emorroidali.

Utilizzare supposte ad azione decongestionante, disinfettante e anestetica, e pomate, sono i rimedi utili e conservativi, ideali per curare le emorroidi ed alleviare i sintomi nel loro stadio iniziale.

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